Libertà e giustizia

Approfondimenti

Pierpaolo Romani, è iniziato quest’anno un nuovo ciclo d’incontri rivolto alla cittadinanza e in particolare ai giovani dal titolo “L’Alfabeto del cittadino”. Ci può spiegare l’obiettivo dell’iniziativa?
Il titolo "L’alfabeto del cittadino" si è scelto perché si è fatta una riflessione partendo dalla convinzione che, per produrre cambiamento nel Paese, una cosa importante da fare è conoscere i principi della nostra Costituzione e il valore che hanno determinate Parole. Interessante è stato partire quindi dai termini, per capire qual è il loro significato, poichè essi si traducono poi in pensiero e in comportamento.
Viviamo in un periodo in cui alcune Parole sono usate per descrivere situazioni con cui esse non hanno proprio nulla a che fare, come la libertà – c'è chi per esempio intende libertà come poter fare quello che si vuole –, o la giustizia, spesso individuata solo all’interno delle aule giudiziarie o intesa come la tutela dei propri interessi personali.
 
Come inizio sono state scelte tre parole: Costituzione, libertà e giustizia. Perché proprio queste?
Quando abbiamo scelto le parole abbiamo scelto dei relatori che coerentemente rappresentassero il termine, cioè non solo coloro che ne hanno scritto ma che incarnano con la propria vita i concetti di cui parlano.
 
Il percorso si svolge una volta al mese, fino ad aprile, e si è scelto di partire da una luminare del Diritto costituzionale italiano, la professoressa Carlassare.

Non ci dimentichiamo di ricordare che è stata la prima donna titolare di una cattedra in Diritto costituzionale in Italia. È significativo perché solo nel 1946 le donne hanno potuto votare e lei ha raggiunto un obiettivo importante per la democrazia del nostro Paese. Inoltre è un simbolo dell’impegno nel tenere alto il livello scientifico accademico, non restando solo all’interno delle aule universitarie, ma bensì spendendosi nella vita pubblica italiana.
 
Per quanto riguarda le due parole “Libertà” e “Giustizia” si sono scelti altri due nomi illustri…
Il primo termine sarà analizzato dal punto di vista di Maurizio Viroli, professore di Teoria politica all’Università di Princeton e all'Università della Svizzera Italiana di Lugano. Persona attenta ai principi e ai valori della Repubblica, fra le sue collaborazioni vorrei ricordare la forte vicinanza con il giurista, politologo e filosofo Norberto Bobbio. La seconda parola invece sarà presa in esame da Rodolfo Sabelli, presidente dell'associazione nazionale Magistrati, persona equilibrata e responsabile, due qualità a mio avviso fondamentali quando si parla di “giustizia”, in questo momento in cui i magistrati sono attaccati da una parte di società e politica e dall’altra in cui alcuni magistrati scelgono di scendere in campo. Sabelli è secondo me attento alla giustizia in aula e anche nei suoi aspetti della società.
 
L’iniziativa continuerà anche negli anni a venire?
L’auspicio è di continuare questo percorso. L’alfabeto ha ancora tante lettere e quindi parole, con la volontà di poter portare a Verona figure di riferimento e magari stimolare una discussione profonda e costruttiva con il pubblico che vorrà seguirci.
 
 
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