Il tempio è questione decisiva per il fenomeno religioso. Etimologicamente, come è noto, iltémenos designa la porzione di spazio ritagliata (essendo temno “tagliare”) e consacrata al divino. Il tempio è il luogo del sacro. Si tratta di un sito o di un edificio che permette di rendere materiale, concreta, manifesta, visibile, tangibile e rappresentabile la presenza religiosa. Del luogo che la rende pubblica.
Il tempio, inoltre, sembra possedere una eminenza o quantomeno una rilevanza assolutamente singolare rispetto ad altri fenomeni religiosi. A livello storico, pressoché tutti i fenomeni qualificabili come religiosi sono stati accompagnati da fenomeni qualificabili secondo, o assimilabili a, la categoria del tempio quale “luogo sacro”. Pertanto il termine “tempio”, anche se di derivazione greca, risulta adatto a denotare oggetti provenienti da contesti anche molto lontani tra loro, ma che appunto presentano caratteristiche sorprendentemente simili. Il tempio è cioè fenomeno dal carattere universale, così da essere particolarmente adeguato a un discorso sul religioso in quanto tale. D’altra parte, esso costituisce un’occasione importante per approfondire questo discorso nelle sue immediate diramazioni in ambito giuridico e politico, o sociologico. Palesi sono infatti le ricadute della questione in termini di attualità, dal momento che è proprio con la costruzione del tempio che si solleva esemplarmente il problema della presenza e del ruolo delle comunità religiose nella società, soprattutto quelle minoritarie o nuove. È anche nell’alveo di questo problema, allora, e al contempo in quello del più generale discorso sul religioso in quanto tale, che si possono inquadrare gli aspetti artistici e architettonici del tempio.
A partire da questi motivi di interesse generale, la ricerca intende analizzare la questione del tempio seguendo due mosse concettuali originali: 1) inscrivendolo nella nozione disacramento, anzitutto, e 2) declinandolo, ancora più nello specifico, come sacramento della persona.
Il sacramento – compreso secondo la sua definizione più comune di segno efficace, o di segno che è realmente ciò che significa – può essere descritto come idea decisiva per affrontare la questione del religioso e particolarmente della sua presenza, la quale implica in modo essenziale il problema dell’utilizzo di strutture, oggetti e parole che pretendono di raggiungere realmente ed efficacemente un ambito che tuttavia deve anche, e altrettanto necessariamente, sottrarsi a tale rimando. Senza questa sottrazione, infatti, il religioso sarebbe riconducibile a un’attività puramente umana; senza il raggiungimento reale ed efficace dell’alterità sacra o divina, di contro, il religioso sarebbe mera (inefficace e irreale) metafora. Il tempio è il luogo dove si può entrare in contatto con la divinità, che tuttavia non si concede mai completamente.
Questo doppio vincolo può a sua volta essere descritto come una caratteristica costituiva propria dell’essere umano; e ciò da diversi punti di vista. A partire dalla questione dei rapporti mente-corpo, ad esempio, e dunque di fenomeni che rimandano necessariamente, ma, pare, altrettanto “misteriosamente”, ad una realtà non percepibile. O nell’ambito delle realtà sociali e comunitarie, che costituiscono entità certo unitarie, ma solo analogicamente. Sulla scorta quindi di una lunga tradizione che vuole nell’uomo il tempio della divinità e, viceversa, il tempio come immagine dell’essere umano, il progetto intende pervenire alla definizione di “sacramento della persona” per descrivere l’essenza del fenomeno del tempio.
IL PARALLELISMO TRA TEMPIO E PERSONA. UN CASO DI "SACRAMENTO"?
La giornata di studi Il parallelismo tra tempio e persona. Un caso di "sacramento?"si è tenuta il 03 novembre 2011 presso la sede della Fondazione Centro Studi Campostrini.
TEMPIO E PERSONA. STORIA E PORTATA DI UN'ANALOGIA
La giornata di studi Tempio e persona. Storia e portata di un'analogia si è tenuta il 03 aprile 2012 presso la sede della Fondazione Centro Studi Campostrini.
* Francesco Valerio Tommasi (1977) si è laureato e ha conseguito un dottorato di ricerca in filosofia, sotto la guida di Marco Maria Olivetti, all’Università di Roma “La Sapienza”, dove è ora titolare di un assegno di ricerca in Filosofia della religione. Già borsista presso la HAB di Wolfenbüttel e l’Università di Würzburg, è Wissenschaftlicher Mitarbeiter del Thomas Institut dell’Università di Colonia e Segretario di redazione della rivista Archivio di Filosofia.
Tra le sue pubblicazioni: Philosophia transcendentalis. La questione antepredicativa e l'analogia tra la Scolastica e Kant (Olschki, Firenze 2008) e l’edizione critica, curata con Andreas Speer, della traduzione tedesca di Edith Stein delle Quaestiones disputatae de veritate (2 voll., Herder, Freiburg im Brisgau 2008) e del De ente et essentia (Herder, Freiburg im Brisgau 2010) di Tommaso D’Aquino.
Curriculum completo di Francesco Valerio Tommasi